- DOVE -

Tra i castagneti del serinese, percorriamo una vecchia statale quasi abbandonata e attraverso un valico che ci conduce nella provincia di Salerno, dove la vista si perde nel mare attraverso le falesie dei Monti Picentini. Passando per le miniere di ittiolo dei Picentini fino a Giffoni Valle Piana, risaliamo verso Acerno sede del Parco Regionale dei Monti Picentini. La SS 164 ci porta alle Croci di Acerno, valico che ci riconduce nella provincia avellinese fin nel comune di Montella, per poi risalire la montagna e ridiscendere sulla Piana del Dragone. Alla fine attraverso il Malopasso per rientrare ad Avellino

- COME -

Sicuramente in moto o in auto, ma si può affrontare anche in bici, semmai in due tappe, o accorciando il percorso.

- QUANDO -

L'Irpinia è terra di monti, colline e valli, non ha sbocco al mare. Perciò, il clima è generalmente freddo ed umido d'inverno, caldo d'estate. Tuttavia, chi vive in media collina ed in montagna beneficia di un gradevole clima estivo. La neve, un tempo assai abbondante su quasi tutta l'Irpinia, oggi è assai più rara e ricopre sistematicamente solo le cime più alte, d'inverno e durante l'inizio della primavera.

- PERCHE' -

Per vedere come la natura si riappropria di quello che gli appartiene. Statali e miniere abbandonate ripercorrendo antiche strade di comunicazione.

...tra i monti...seguendo il profilo geografico come fosse un volto...

- ITINERARIO -
Lunghezza totale 132 km
Tempo di percorrenza 3 ore, 48 minuti (senza soste)

Avellino – Serino – Giffoni – Acerno – Montella – Volturara Irpina – Avellino

Si Parte.

Il tour parte da Avellino capoluogo della provincia definita Irpinia, anticamente chiamata Abellinum, della quale si trovano i resti, visibili, nel centro di Atripalda. La stessa si trova in una conca, detta avellinese, circondata a est dal Monte Tuoro, a sud-est dalla catena montuosa dei Picentini e a nord-ovest dal maestoso massiccio del Montevergine (Monti del Partenio), che raggiunge un’altitudine massima di 1493 m.

A occidente la catena appenninica raggiunge altitudini inferiori Monte Esca 872 m, Faliesi, fino a raggiungere altezze collinari nel versante sud la collina sulla quale sorge Aiello del Sabato, 425 m. La città è attraversata dal Rigatore, dal San Francesco e dal Fenestrelle, affluenti del Sabato.

Possiamo raggiungere Serino velocemente prendendo la prima uscita dell’autostrada A2 Avellino – Salerno, che imbocchiamo all’altezza di Atripalda. In alternativa da Atripalda, con più tranquille strade provinciali, in direzione Cesinali o passando per la strada a valle di Santo Stefano del Sole. Si attraversa Serino seguendo le indicazioni per Giffoni Valle Piana e una volta usciti dall’abitato la strada, che inizialmente costeggia il Monte Terminio, visibile sulla sinistra, si immerge in estesi castagneti. Lungo la stessa troviamo diverse aree picnic e ristoranti, sentieri di trekking e percorsi sterrati per bici MTB. Superati questi ultimi si ha la sensazione che la natura lentamente si sta riappropriando del territorio che l’uomo gli ha sottratto. Bisogna fare attenzione perché l’asfalto è molto deteriorato, le numerose frane hanno invaso la carreggiata con sassi e terriccio e in alcuni punti, la scarsa o inesistente manutenzione ha favorito la crescita di arbusti su entrambe le corsie, il tutto fino a valle di Giffoni.

Una volta superato il valico e iniziati la discesa, dal quale si accede in provincia di Salerno, si apre un panorama e lo sguardo passa dalle numerose falesie, raggiunge la Piana del Sele tappezzata di serre, fino a tuffarsi nel mar Tirreno. Sulla strada si trova un sentiero che porta alle miniere abbandonate, dove si estraeva l’ittiolo. Una volta giunti a Giffoni Valle Piana, famosa per il Giffoni Film Festival ( www.giffonifilmfestival.it ), si devia per Acerno.

Da questo piccolo paesino montano che si trova al centro dei Monti Picentini , si prosegue per Montella percorrendo la SS164. Volendo c’è una stradina montana (verificando la percorribilità) che porta verso Calabritto – Senerchia – Quaglietta, etc. ma di questo ne parleremo in un prossimo giro. Inoltrandosi nuovamente nei castagneti si giunge alle Croci di Acerno 848 m. teatro di importanti scontri tra Normanni e Longobardi nel 1076, accesso alla provincia di Avellino. Da questo punto si scivola giù per una gola che costeggiando il monte sulla quale sommità si erge il Santuario del SS Salvatore ( http://www.santuariosalvatore.org ), assolutamente da visitare perché offre un panorama mozzafiato a 360° oltre ad una strada piena di curve e tornanti. Appena terminata la statale, prima di giungere nel centro abitato una stradina ci porta al Complesso Monumentale del Monte che comprende la chiesa di Santa Maria del Monte (XVI sec.), l’ex Monastero francescano (XVI sec.) e i ruderi del Castello Angioino (IX – XIV sec.), tutto racchiuso da una cerchia di mura di epoca tardomedievale. Giunti a Montella centro famoso per la produzione della castagna di Montella, cui è riconosciuto il marchio IGP, sede della Comunità Montana Terminio Cervialto,con un interessante centro storico. Una sosta caffè per assaggiare la pasticceria de La Vecchia Fontana o una pausa pasto da Zi Carmela ( http://www.ziacarmela.it/ ). Assolutamente da non perdere posizionato in zona leggermente decentrata il convento di San Francesco a Folloni edificato nel 1222 e riconosciuto come monumento nazionale.

Da Montella si prosegue per la strada che conduce al Monte Terminio e successivamente si prende a destra per Volturara Irpina. Alla fine della discesa si apre la Piana del Dragone ( www.volturara-irpina.it/luoghi/la-piana-del-dragone ), che si estende su un’area pianeggiante di circa 1100 ettari, qui si può visitare la bocca del dragone, cavità che raccoglie le acque, ed evita l’allagamento e quindi l’incolumità degli abitanti. Non a caso nasce la schietta e bonaria frase degli abitanti dei paesi limitrofi: “SE POZZA APPILA’ LA OCCA RE LO TRAONE” ( si possa ostruire la bocca del dragone ),provocando nel verace volturarese l’inevitabile risposta ….

Si prosegue per Salza Irpina attraversando il Malopasso, luogo in antichità infestata di briganti, che termina ad Atripalda, dove imboccando la variante SS 7 bis, si possono raggiungere La superstrada per Salerno – Reggio Calabria o i due caselli della Autostrada A16 Napoli – Bari.